Siamo andati a trovare Giovanni Castiglioni un pomeriggio come tanti dopo una sua telefonata in redazione. Abita al terzo piano di un condominio nei pressi dell’ospedale, due particolari che, vedrete, avranno importanza. Ci ha accolti nel suo studio dove troneggiano una vecchia macchina da scrivere collegata ad un video e tanti libri, tra cui ci ha impressionato l’opera omnia di Freud: altri particolari che avranno importanza. Prima di parlare del suo libro, ha voluto sapere di noi, spiegandoci che anche lui è stato giornalista e, sentendolo, che giornalista! Ci ha interrotto la telefonata della segretaria di Antonella Ferrario che voleva prendere accordi per avere copie del suo libro che il sindaco di Ceriano voleva regalare ai suoi assessori. Vorremmo presentarvi il signor Castiglioni attraverso le sue stesse parole, da noi sollecitate: “il signor Castiglioni è un uomo speciale che ho avuto la fortuna di incontrare circa 7-8 anni fa senza mai incontrarlo ai tempi in cui ero compagna di liceo di suo figlio Mauro. E’ una di quelle persone che consideri un ‘puro’, il vero maestro di una volta. Persona educata, rispettosa, per nulla fredda anzi, vive con grande intensità affetti ed emozioni. Mi ha sempre colpito il suo stretto legame con la natura e le forti sensazioni che da essa scaturiscono. Nel suo ultimo libro forte è il richiamo all'uomo a rispettare la natura. In certi punti del testo si osserva un po’ di sconforto e di critica feroce verso la medicina, la politica, ecc. credo che ciò possa discendere sia da esperienza personale che dal momento particolare che l'autore vive da qualche anno e che nella seconda parte del libro con grande coraggio viene ‘dato in pasto’ al lettore. E' straordinaria questa capacità di confrontarsi con l'incredibile malattia che lo ha colpito, denota una lucidità di analisi e di controllo fuori dal comune. Straordinario e fondamentale il suo desiderio di comunicare, è l'anima della sua stessa vita”. Il libro in questione s’intitola: “Saper leggere tra le righe della vita”. Il maestro Castiglioni ce ne ha regalata una copia pregandoci di leggerlo prima di scrivere l’articolo. Si tratta di acutissime riflessioni sui vari aspetti della vita introdotte da un suo motto con uno stile molto colloquiale, pieno di punti esclamativi e di caratteri maiuscoli. La Ferrario parlava di un’incredibile malattia: si tratta di mesioteloma maligno alla tunica vaginale di un testicolo causato dall’amianto a cui è stato sottoposto chissà quando e dove, malattia che le statistiche dicono abbia lo 0,0000000001% di probabilità di manifestarsi, tanto che, attualmente, si possono contare sulle dita di una mano le persone che, in tutto il mondo, hanno questo male. “Non possiamo nemmeno fare un club! – ha ironizzato il Castiglioni – siamo troppo pochi!”. E’ talmente incredibile la sua capacità di confrontarsi con la malattia che ci ha buttato là: “tra sei mesi molto probabilmente sarò morto ma non me ne frega” come se ci dicesse: “vuoi bere un caffè?”… Il mesioteloma occupa solo la parte finale del libro, dove si parla dell’importanza, quando l’aereo sta per precipitare, di prendere in mano la cloche e decidere della propria vita, della propria qualità di vita e, per farlo, di saper dire dei no, ma questo sempre fosse anche solo davanti all’ascensore... Dire di no, pensare, ragionare sui fatti quotidiani e sui massimi sistemi: questo è il ‘saper leggere tra le righe della vita’ del titolo. Come quando ragiona sui torti subiti nella sua professione di “maestro di campagna”, come lui stesso si definisce, o di quando gli furono sottratti i progetti di molta della pubblicità degli anni ’70 con cui voleva ottenere il successo ma che, dopo anni di ‘decantazione’ filosofica, forte degli studi freudiani, ha capito essere stata una fortuna. Nel susseguirsi dei motti parla anche, a suo modo, di religione e del perdono che sarebbe l’alibi dei malvagi, dell’uomo che torna ad essere un animale senza storia sul letto di morte e del tempo, nel cui grembo si trova il segreto della vita. Vorremmo lasciarvi così, avendo stuzzicato la vostra curiosità ma senza avervi dato molti elementi per soddisfarla per indurvi a comprare questo grande libro dalla misteriosa copertina raffigurante forse delle onde, forse dei riccioli, forse semplicemente un disegno astratto che sempre ricorre nelle sue opere con un colore sempre diverso. Questo è arancione, un colore che, nella cultura giapponese e cinese, è associato all'amore, alla gioia ed alla felicità, rappresenta la vitalità e ricarica chi è stanco…
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