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sabato 29 maggio 2010

Il 25 Aprile del sindaco in scarpe da tennis




Turate, domenica 25 Aprile, ore 11. Parte il corteo. La novità è la corona depositata anche dal gruppo consiliare Uniti nel Centrosinistra per Turate, nonostante abbiano dovuto insistere per poterlo fare. Cristiano Banfi, nuovo sindaco anche se sul sito comunale appare ancora il nome del cugino Leonardo Carioni, era al suo debutto istituzionale dopo il suo insediamento in consiglio comunale. E’ triste dover scrivere che ha fatto di tutto per far capire di essere poco interessato alla cosa a partire dal look giacca e scarpe da tennis ed è anche triste aver letto le riflessioni di chi di quel giorno ha scritto: “oggi credevo di andare alla celebrazione della festa della liberazione, ma temo di aver sbagliato in quanto il nostro sindaco ha parlato solo di famiglia, nonni, padri… non ha mai pronunciato le parole: resistenza, liberazione, partigiani, caduti per la libertà dal nazifascismo. Ho sbagliato data o commemorazione...”. Allora, per lui e per il nuovo sindaco, vorremo ricordare che il 25 aprile è la festa degli italiani, perché quel giorno del 1945 tutti gli italiani, compresi coloro che avevano preso parte al fascismo, sono tornati liberi, normali. Ma se è così, sarebbe bene allora che tutti noi non dimentichicassimo da dove arrivano, queste libertà e questa democrazia e che ci ricordassimo di ringraziare chi, là sui monti, non aveva niente, dormiva sulla paglia e viveva di quello che le donnette del paese portavano di notte, sfidando i tedeschi. Tutta gente con idee politiche diverse, ma uniti da due obiettivi: mandare via i tedeschi e fare in modo che il fascismo non potesse più tornare. Il nostro amico Ale Galli sul suo blog (www.alegalli.wordpress.com) ha scritto: “mio nonno allora era fascista, volontario franchista nella guerra civile spagnola; mia nonna invece era proprietaria di un albergo, nascondeva i partigiani nelle stanze sfidando i mitra tedeschi e, di notte, saliva sui monti a portare da mangiare. Si sono trovati e si sono sposati, e mio nonno, Maresciallo dei Carabinieri a Saronno negli anni ’60, ha servito lo Stato per il resto della sua vita, è stato sepolto avvolto nella bandiera italiana durante un funerale che ricordo con commozione e orgoglio. Loro, così diversi, hanno saputo superare le divisioni, sposarsi, avere dei figli, costruirsi un futuro…”. Ma quale futuro adesso se le cose vanno così?

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