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sabato 29 maggio 2010

Antonio Roberto Gervasio: storia di un dottore a 360 gradi Da Milano a Parlasco con in testa un casco...

Durante il Rinascimento italiano operarono moltissimi artisti: Giotto, Michelangelo, Leonardo... Sui libri di scuola si legge che è perché vi era l'ambiente ideale. Il dottor Antonio Gervasio, medico del lavoro in pensione, attualmente consulente di molte ditte tra cui la Lu.ve di Uboldo, consigliere ed amministratore delegato della cooperativa sociale Alfa, è cresciuto, secondo noi, nell'ambiente ideale per essere l'uomo giusto al momento giusto. Nato a Milano nel '46, nel '68 era un giovane studente di medicina, già legato sentimentalmente a colei che ancora oggi è sua moglie: Franca Vittani Carissimo. La stessa signora Franca ci ha raccontato dell'incontro con lo studentello barbuto e magrissimo in un campeggio, in ferie, dove lui andò con gli amici in tenda (e facevano un casino bestiale) e lei era con il padre. S'incontrarono lì nonostante abitassero vicini a Milano... Il giovane studente diventò, prima che dottore, un sessantottino idealista impegnato politicamente come tanti suoi coetanei. Ma lui era diverso, il suo idealismo non sfociò in strade sbagliate come per tanti: suo padre aveva conosciuto Gramsci (motivo per cui ancora oggi legge l'Unità tutti i giorni...) e lui scriveva su giornali di quartiere: voleva si cambiare il mondo ma in maniera concreta, un pezzo alla volta.

Fu in quel periodo che capitò con gli amici, in un paesino dell'Abruzzo dove Cristo non s'era fermato: Guilmi. Organizzarono con entusiasmo e gratuitamente quelle che adesso sono le lezioni estive per recuperare i debiti formativi nella scuola del paese. Fu lì che i quattro amici trovarono, nel seminterrato, vecchi temi dei ragazzi che ancora oggi Antonio conserva registrati su nastro per farne, un giorno chissà, un libro che ne parli; che parli di chi scrisse dei genitori che lavoravano come animali e della correzione del maestro in rosso: come negri... o di chi scrivendo di un suo amico 'scemo', dovette leggere questa sprezzante nota del maestro: "non poteva che essere amico tuo!"... Adesso quella scuola di Guilmi, in estate, diventa la casa vacanze della Cooperativa, perché i suoi ragazzi ma anche tanta altra gente possano andare in ferie. Diventato dottore, e poi medico del lavoro, operò per anni a Saronno in Via Fiume nella stessa struttura dove, ai tempi, c'era il Cps ora in Via Don Bellavita. Un altro incontro che cambiò la sua vita: vivere fianco a fianco con malati psichici che interrompevano le visite e lo tenevano allegro, lo portò ad interessarsene sempre di più tanto da entrare nella cooperativa sociale Alfa perché credeva nel lavoro come mezzo per acquistare o riacquistare dignità, gradino importante verso il miglioramento clinico e l'indipendenza personale e sociale. Dopo gravi problemi dovuti alla passata gestione, prese, qualche anno fa, ad interessarsene sempre più da vicino con l'aiuto della moglie Franca e di amici come Laura e Venanzia o Roberto Bianchessi facendo anche personalmente la raccolta differenziata con un vecchio e sgangherato camion, partendo con due, tre ragazzi ed arrivando ad ieri che ce n'erano 60. Alla Lu.ve, dove lo si può trovare all'ufficio "Ambiente & Sicurezza", è riuscito a portare anche i suoi ragazzi vincendo l'appalto due anni fa, senza sconti come sempre. adesso, il loro sogno è trasferirsi a Parlasco, paesino delle montagne sopra Lecco, nella baita del suocero ristrutturata da lui nel senso letterale del termine, cioè con le sue mani, dove c'è anche una casa del Cinquecento piena di tesori, un museo quasi, appartenuta ai Carissimo, la famiglia della moglie, ed i murales di un famoso bandito del posto. Lì c'è uno splendido panorama, castagne e funghi, ma, c'è da scommetterlo, non smetterà mai di portare a testa alta, con dignità e semplicità, assieme al casco giallo, un tesserino con scritto Antonio Gervasio, in tutto uguale a quello di tanti ragazzi socialmente difficili, a tanti extracomunitari senza lavoro nè casa, a ladri ed a puttane; a tanta gente come noi del Clan/destino, che abbiamo lavorato anche in discarica...

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