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lunedì 31 maggio 2010

Incontro con Salvatore Scravaglieri, l’uomo sandwich di Corso Italia Matto o profeta?


Chi, passeggiando sul Corso Italia, non ha mai visto quest’uomo urlare a squarciagola frasi apparentemente senza senso con dei cartelli ‘a sandwich’, un succhiotto o magari un sombrero?
Soprattutto la prima volta, chi lo vede si da di gomito indicandolo e portandosi il medio alla tempia per poi non farci più nemmeno caso non avendo tempo o forse nemmeno voglia di accontentare i ma, i però e i perché che si affacciano alla loro mente. Solo i bambini continuano a divertirsi al suo passaggio.
Chi dice di conoscerlo lo dipinge come un furbo matricolato che si fa beffe delle istituzioni sociali della città vivendo alle spalle dei contribuenti.
Si chiama Salvatore Scravaglieri, è un ex operaio che svolgeva anche una certa attività sindacale all’interno della fabbrica, vive nel quartiere Prealpi.
E’ su di una panchina di Via Carlo Marx che lo abbiamo trovato intento nella lettura di un libro e ci siamo fermati ad intervistarlo colpiti dal contrasto di quell’immagine seria e ‘normale’ rispetto a quelle cui c'eravamo abituati sul Corso Italia.
Ci ha detto di definirsi “ferro ignorante” a disagio che ha cominciato, molto tempo fa, dall’incontro con persone che operavano nel volontariato e quindi con realtà di fraternità, di solidarietà e di condivisione, ad intraprendere, seppure a tentoni, un suo cammino, un suo ‘pellegrinaggio’ interiore verso “la luce”, verso cioè un incontro tra universale ed individuale che troverebbe la sua massima sublimazione nel sacro.
Uno dei suoi numerosi cartelli affermava che “la mia arte è portare il divano di Freud in piazza” per dimostrare, ci ha spiegato, che si può superare il disagio esprimendo il proprio essere, la propria libertà, tutta la propria personalità non senza un certo autogoverno, un certo rispetto delle individualità altrui.
Certo tutto questo non lo fa secondo i canali classici, non è certo politically correct, agisce attraverso continue provocazioni che tra l’altro usa anche per superare la paura del giudizio degli altri, che probabilmente, ci ha detto, è una delle maggiori fonti di disagio.
Il divertimento che scorge nei bambini, il suo vero pubblico privo di preconcetti a suo modo di vedere, lo aiuta a superare l’indifferenza e la nomea di ‘matto’ che lo circonda.
Ma allora, in definitiva, chi è Salvatore Scravaglieri?
Un matto od un profeta?
O tutte due le cose?
Mah…

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