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sabato 29 maggio 2010

Il candidato delle sinistre vince il ballottaggio Porro sindaco di una città di destra




Luciano Porro è il nuovo sindaco di Saronno. Marco Strada, che è un politico ma anche un poeta dell’ “Isola che non c’è”, tutto preso dalla frenesia della vittoria delle sinistre, ci ha scritto: Sia dunque lode ai saronnesi audaci che sgominaron le rapaci destre di Tramacere, Lega e Marzorati”… Ma saronnesi audaci fa davvero rima con Marzorati? Noi, uscendo di metafora, non lo crediamo. Ha ragione Raffaele Fagioli quando dice che Saronno è una città politicamente di destra, e lo dimostra la schiacciante vittoria di Formigoni anche a Saronno. Se a Giugno dell’anno scorso c’era stata la contraddizione di Porro sindaco e maggioranza di destra, stavolta c’è questa contraddizione. Ma allora perché Porro sindaco, al di là dei meriti suoi, di quelli del Pd e di tutta la coalizione? Perché il Pdl saronnese ha fatto la fine dell’Inter che sta perdendo un campionato già vinto, che solo lui poteva perdere. Innanzitutto perché c’è stata la spaccatura al suo interno con la fuoriuscita di Gilli e della Renoldi che ora siederanno all’opposizione sotto la bandiera di Unione Italiana e, al momento del ballottaggio, hanno coraggiosamente ma anche molto coerentemente resistito alle pressioni e non si sono ‘ricordati da dove vengono’ lasciando i propri elettori liberi di decidere secondo coscienza su chi votare. Ma perché questa spaccatura? Perché all’interno del Pdl hanno continuato a dettar legge i personalismi, le lotte intestine, la supponenza di chi si crede forte e vorrebbe fare il bello e il brutto tempo in qualsiasi occasione spartendosi la mitica torta. Ed anche la Lega ha avuto la sua spaccatura… Poi c’è stato anche l’uso di vecchi slogan ormai logori come la paura del comunismo, degli extracomunitari e la voglia di sicurezza, senza capire per esempio che la gente non esce di sera non perché c’è il coprifuoco di quattro extracomunitari che magari qualche volta fanno un po’ di casino, ma perché nessuno o quasi tiene aperto, perché nella piazza centrale per esempio al posto di un grande bar e di tavolini c’è un supermercato, perché ormai non ci sono più fabbriche in città e moltissimi saronnesi vanno a lavorare fuori. Un altro motivo è l’accozzaglia degli alleati che in pochi hanno capito, come Vito Tramacere e la sua Saronno si-cura che l’anno scorso li ha affondati e quest’anno appoggiati insieme a Dario Lucano e guarda caso hanno visto più che dimezzati i loro voti. E poi anche Michele Castelli, l’uomo che ha organizzato pellegrinaggi in pullman ad Arcore, un banchetto in stazione ed andava in giro con un pulmino verde che è passato dal reclamizzare il suo pub a reclamizzare Marzorati non li ha certo aiutati. Che altro? Forse anche Marzorati stesso non era il candidato ideale perdendo sempre i confronti diretti con i due avvocati Proserpio e Gilli e con lo stesso Porro, seppure anche lui medico di base, e nella stessa via oltretutto… Porro invece ha potuto contare sull’appoggio di Proserpio e della sua squadra giovane, dinamica e tecnologicamente all’avanguardia anche se, col senno di poi, se fosse entrato da subito insieme a Porro forse non ci sarebbe stato bisogno di ballottaggio, lo slogan tanto sbandierato da Tramacere ma non solo. Nel suo discorso alla Piccola Capri, alla festa per la vittoria, Porro lo ha omaggiato ricordando la costituzione, ‘cavallo di battaglia’ di Tu@Saronno. Su tutte queste cose Porro, passata l’euforia della vittoria, dovrà riflettere e a lungo  perché la sua vittoria non sia una vittoria di Pirro e Saronno cambi davvero mentalità politica, visto dal suo punto di vista naturalmente, e non rimanga una città dormitorio vecchia e stanca con tante persone che vivono sole, tanta voglia di protagonismo ma a volte con poco costrutto, tanto bisogno di esprimersi come crocevia di quattro province ma anche con tanto provincialismo. E deve avere anche l'umiltà di accettare e capire suggerimenti e critiche…

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