lunedì 31 maggio 2010
“Quando l’aereo sta per precipitare devi prendere in mano la cloche”
Fabio Bernardinello, quando le equazioni differenziali diventano sogni!

Storia di Carlos, extracomunitario italiano…
Un pomeriggio di ordinaria follia… in posta L’incubo del numero P228
Incontro con Salvatore Scravaglieri, l’uomo sandwich di Corso Italia Matto o profeta?
domenica 30 maggio 2010
Domenica 30 gazebo in piazza per le firme del referendum Perché l’acqua è un bene comune




sabato 29 maggio 2010
A colloquio con Isabella Avati Nasce l’associazione “Scacciapensieri”
Incontro con il giovane pittore barlassinese Thomas Berra: un anticonformista all’antica
Al Carrefour di Limbiate per Adricesta Onlus Anna Galoppo, i “Mad4fun” ed i sosia in spettacolo
A colloquio con l’assessore Morandi Dal signor D. a Camilla passando attraverso la crisi
Proseguono le disavventure di Camilla Camilla: perché? Che fare?
Cosa succede quando si dipende dagli altri per muoversi Storia di Camilla, disabile
La casa del signor D., storia di degrado ed abbandono
Dopo essere stato 18 anni attaccato ad un respiratore al nono piano dell' ospedale
“Guardo dalla finestra Saronno e rispolvero i miei ricordi. Un flash m’illumina la mente e mi rivedo a 3 anni quando, per mano a mia mamma, percorrevo Via Roma per andare a trovare il nonno. Ho fatto le elementari alla Ignoto Militi. Il gioco allora era per noi fondamentale. Fu proprio durante una partita di pallone in cortile che mia madre si accorse che cadevo spesso… Mi furono ingessate entrambe le gambe e non potevo camminare. Ripetei la terza a causa delle molte assenze. Quando andavo a scuola mia madre mi accompagnava con la bicicletta, io seduto sul sellino. Poi cominciai a calzare scarpe ortopediche. Avevo ormai quindici anni quando iniziai a frequentare
Sfilata equosolidale del Sandalo Per cambiar vita con un vestito…
Per l’immaginario collettivo una sfilata di moda è un evento riservato ad un’elite che vede i nuovi lavori dei vari ‘maghi’ del settore che subito diventano status symbol da imitare e magari falsificare. Di sicuro non associa etica ad estetica. Cosa che invece ha fatto “Il Sandalo” con l’evento organizzato venerdì 14 nel salone Acli di Vicolo S. Marta con anche la partecipazione del nuovo sindaco Luciano Porro (video su www.pierodasaronno.eu). “Io vesto la stoffa giusta”, sfilata equosolidale con happy hour, presentazione della collezione estate 2010: abbigliamento, bigiotteria ed accessori, ha voluto essere un momento in cui vedere il lavoro di persone provenienti da varie parti del mondo cercando di ragionare sui loro usi e costumi e sul loro modo di interpretare la vita. L’acquisto in questo caso ha voluto dire conoscenza e condivisione, ed anche un modo per sottolineare la cultura che sta dietro la creatività, ma anche l’amore per la natura e la solidarietà per le persone più fragili. Un modo quindi di cercare di cambiare vita cambiando vestito, per cercare di condividere con gli altri quel bisogno di far compere che a volte ci prende quando ci si sente depressi ed incanalarlo verso un progetto di vita togliendolo dal privato e consegnandolo all’immaginario collettivo…
Antonio Roberto Gervasio: storia di un dottore a 360 gradi Da Milano a Parlasco con in testa un casco...
Durante il Rinascimento italiano operarono moltissimi artisti: Giotto, Michelangelo, Leonardo... Sui libri di scuola si legge che è perché vi era l'ambiente ideale. Il dottor Antonio Gervasio, medico del lavoro in pensione, attualmente consulente di molte ditte tra cui la Lu.ve di Uboldo, consigliere ed amministratore delegato della cooperativa sociale Alfa, è cresciuto, secondo noi, nell'ambiente ideale per essere l'uomo giusto al momento giusto. Nato a Milano nel '46, nel '68 era un giovane studente di medicina, già legato sentimentalmente a colei che ancora oggi è sua moglie: Franca Vittani Carissimo. La stessa signora Franca ci ha raccontato dell'incontro con lo studentello barbuto e magrissimo in un campeggio, in ferie, dove lui andò con gli amici in tenda (e facevano un casino bestiale) e lei era con il padre. S'incontrarono lì nonostante abitassero vicini a Milano... Il giovane studente diventò, prima che dottore, un sessantottino idealista impegnato politicamente come tanti suoi coetanei. Ma lui era diverso, il suo idealismo non sfociò in strade sbagliate come per tanti: suo padre aveva conosciuto Gramsci (motivo per cui ancora oggi legge l'Unità tutti i giorni...) e lui scriveva su giornali di quartiere: voleva si cambiare il mondo ma in maniera concreta, un pezzo alla volta.
Fu in quel periodo che capitò con gli amici, in un paesino dell'Abruzzo dove Cristo non s'era fermato: Guilmi. Organizzarono con entusiasmo e gratuitamente quelle che adesso sono le lezioni estive per recuperare i debiti formativi nella scuola del paese. Fu lì che i quattro amici trovarono, nel seminterrato, vecchi temi dei ragazzi che ancora oggi Antonio conserva registrati su nastro per farne, un giorno chissà, un libro che ne parli; che parli di chi scrisse dei genitori che lavoravano come animali e della correzione del maestro in rosso: come negri... o di chi scrivendo di un suo amico 'scemo', dovette leggere questa sprezzante nota del maestro: "non poteva che essere amico tuo!"... Adesso quella scuola di Guilmi, in estate, diventa la casa vacanze della Cooperativa, perché i suoi ragazzi ma anche tanta altra gente possano andare in ferie. Diventato dottore, e poi medico del lavoro, operò per anni a Saronno in Via Fiume nella stessa struttura dove, ai tempi, c'era il Cps ora in Via Don Bellavita. Un altro incontro che cambiò la sua vita: vivere fianco a fianco con malati psichici che interrompevano le visite e lo tenevano allegro, lo portò ad interessarsene sempre di più tanto da entrare nella cooperativa sociale Alfa perché credeva nel lavoro come mezzo per acquistare o riacquistare dignità, gradino importante verso il miglioramento clinico e l'indipendenza personale e sociale. Dopo gravi problemi dovuti alla passata gestione, prese, qualche anno fa, ad interessarsene sempre più da vicino con l'aiuto della moglie Franca e di amici come Laura e Venanzia o Roberto Bianchessi facendo anche personalmente la raccolta differenziata con un vecchio e sgangherato camion, partendo con due, tre ragazzi ed arrivando ad ieri che ce n'erano 60. Alla Lu.ve, dove lo si può trovare all'ufficio "Ambiente & Sicurezza", è riuscito a portare anche i suoi ragazzi vincendo l'appalto due anni fa, senza sconti come sempre. adesso, il loro sogno è trasferirsi a Parlasco, paesino delle montagne sopra Lecco, nella baita del suocero ristrutturata da lui nel senso letterale del termine, cioè con le sue mani, dove c'è anche una casa del Cinquecento piena di tesori, un museo quasi, appartenuta ai Carissimo, la famiglia della moglie, ed i murales di un famoso bandito del posto. Lì c'è uno splendido panorama, castagne e funghi, ma, c'è da scommetterlo, non smetterà mai di portare a testa alta, con dignità e semplicità, assieme al casco giallo, un tesserino con scritto Antonio Gervasio, in tutto uguale a quello di tanti ragazzi socialmente difficili, a tanti extracomunitari senza lavoro nè casa, a ladri ed a puttane; a tanta gente come noi del Clan/destino, che abbiamo lavorato anche in discarica...
Alla ricerca di un mondo perduto Ballando al Polverone, a due passi dalla Cooperativa
A due passi dall'Auchan Storia di una puttana perbene
Un centro commerciale è un grande contenitore. Come per un computer, ha degli input in ingresso e degli output in uscita: tante cose, tante persone, tanti desideri che si concretizzano, tanti momenti passati a consumare la vita magari prendendo il fresco dato dall'aria condizionata. A Rescaldina l'apertura dell'Auchan ha cambiato la vita di molti anche se ha inaridito il paese, ma è questione di punti di vista, di scenografie che si sovrappongono in dissolvenza come certe pubblicità.
E' in questo contesto che si svolge la storia che andiamo a raccontarvi mentre sorseggiate un caffè od aspettate il treno.
E' la storia di una puttana con cui una mattina abbiamo condiviso il momento della colazione nel bar sotto casa nostra salutandoci con un certo imbarazzo essendoci solo noi due appoggiati al bancone. Più tardi, andando al lavoro, l'abbiamo notata ai bordi della strada, a due passi dall'Auchan e da una stradina che si perde nei boschi il cui stato di degrado è documentato dalle foto a corollario dell'articolo. Era lì, vestita normalmente, con un fisico normale, anzi forse un poco abbondante: un'immagine ben diversa dallo stereotipo della meretrice, sguaiato, appariscente e, soprattutto, diverso dal nostro. Era lì ad adescare clienti mentre un attimo prima aveva in mano cappuccino e brioche. Proprio come noi, proprio come se fosse una di noi. Da quel giorno l'abbiamo rivista altre volte e, a volte, l'abbiamo superata con la macchina mentre lei s'avviava a piedi con aria triste. Chissà, forse abita nei paraggi, abbiamo pensato. Poi, una mattina che eravamo in ferie, siamo passati di lì con l'ormai inseparabile macchina fotografica, abbiamo imboccato quella stradina con la curiosità bambinesca di chi vuol sapere dove va una strada ed abbiamo scattato le foto le vedete finchè, finalmente, raccolto il coraggio necessario, abbiamo accostato vicino a lei, le abbiamo detto chi siamo e cosa volevamo. Lei, senza fare una piega, ci ha detto che ci avrebbe raccontato tutto ciò che volevamo sapere, bastava che monetizzassimo il tempo che ci avrebbe dedicato: 50 euro, trenta minuti. E così è stato. "Sai, non penso che ti ricordi ma abbiamno bevuto un caffè insieme,,," "Non saprei, ne vedo di gente io!" "Abiti qua vicino? T'ho vistab arrivare a piedi,,," "No, vengo da Rho: prendo il treno fino a Legnano poi il pulman per la Bassetti,,, " "Quanto m'avresti chiesto se avessi voluto scoparti?" "30 euro bocca e fica, per 50 t'avrei dato anche il culo ma non t'avrei baciato. Il bacio no, sarebbe come vendere anche i sentimenti...Con 100 euro saremmo andati anche in un motel che avresti pagatoi tu naturalmente. Tutta la mattin aalmeno 200..." "Perchè batti di mattina?" "Perchè a casa ho una figlia disabile; me la guarda una signora per 17 euro all'ora che pago settimanalmente" "E tuo marito?" "M'ha lasciata trent'anni fa (la 'bambina' ne ha 31 anche se, celebralmente, è come se ne avesse 6) dopo tante botte ed umiliazioni" "E la famiglia?" "Non ho più nessuno: ero figlia unica..." "Quanti soldi guadagni mediamente?" "A volte faccio anche solo 20 euro come oggi che sono 'indisposta' ed anche un cliente abituale, uno di quelli che ha anche il mio numero, se n'è andato; lui vopleva scopare ma io non potevo. Meno male che sei arrivato tu così forse potrò quasi pagare la bolletta della luce che è già scaduta da due giorni" "Non l'hai sempre fatto qui vero?" "No, prima ero dietro il cimitero di Busto ma poi i carabinieri m'hanno fatta sloggiare perchè lo facevo proprio davanti ad un altro centro commerciale che hanno aperto. E poi c'era il bosco..." "T'hanno mai picchiata?" "In agosto un marocchino m'ha rapinata, ma avevo solo 20 euro...ho dovuto però rifare tutti i documenti" "Abusi sessuali di qualsiaisi tipo" "Francamente no" "Hai mai cercato un altro uomo?" "E chi mi vorrebe a me? Sono ormai trent'anni che faccio questo lavoro...". "Ed hai sempre guadagnato così poco?" "No,ai tempi guadagna molto di più: ci ho anche saldato tutti i debiti..." "Allora la casa è tua" "No, sono in affitto: 450 euro al mese" "Lo faresti un altro lavoro?" "Certo, ma per tutti se hai cinquant'anni come me sei tgroppo vecchia" "Quali sono le tue speranze?" "Ma, non dover dare tutti quei soldi alla badante di mia figlia, adesso forse tramite i servizi sociali...adedsso però torniamo indietro che spero di fare altri 20 euro per pagare quella bolletta" "Va bene". Era già passata mezz'ora e qualcosa avevamo avuto anche noi pescando vicino a quel gran contenitore che è un centro commerciale...
Se vincessi al Superenalotto… “Affitterei l’Esselunga per due settimane con apertura gratis ai pensionati” Le dichiarazioni dell’uomo con la 500 rossa
Questa è una storia che parte da una fabbrica: tanti operai, tanti camion che entrano e che escono, tante persone che si muovono, chi formica, chi leone… Questa è una storia che parte una sera, poco prima dell’uscita, davanti all’entrata di una palazzina, dove s’erano riuniti alcuni operai che, finito il lavoro, occupavano gli ultimi minuti della settimana in chiacchiere. “Avete visto? 90 milioni di euro per il 7!” “Già, io mi comprerei un’isola e la riempirei di donne bellissime, tutte ai miei piedi!” “Io farei il giro del mondo!” “Io…” “Io affitterei l’Esselunga per due settimane e la terrei aperta giorno e notte perché tutti i pensionati possano fare tranquillamente la spesa gratis!” “?” Nessuno l’aveva visto, s’era avvicinato silenzioso dopo essere sceso dal suo camion, anche lui a fine giornata. Lo riconobbero tutti, era il camionista che arrivava con una vecchia 500 rossa tutta luccicante, che sembrava sempre appena uscita dalla concessionaria. “Si, affitterei l’Esselunga. A cosa mi servono i soldi? Ne ho abbastanza, ho il frigo stracolmo e tutte le comodità. Sapete, settimana scorsa ero là con mia moglie a fare la spesa. Davanti a me c’erano due vecchietti. Io li vedevo: si sono fermati alla fine della prima campata e non avevano ancora messo niente nel carrello. Parlottavano tra di loro. Poi ho sentito lui quando lei ha preso del radicchio: “Ma hai visto quanto costa?” e lei l’ha messo giù. Io intanto seguivo mia moglie, ogni tanto li sorpassavo, ogni tanto li avevo di fianco, ogni tanto mi sorpassavano. Si sono fermati al banco del pesce e l’hanno solo annusato, a quello della carne idem. Allora non ce l’ho fatta più: mi sono avvicinato ed ho detto alla signora: “Signora, non si offenda e faccia come le dico. Riempia tutto il carrello, lo faccia stracolmo e poi m’aspetti alla cassa numero 10. Pago io per voi e, mi raccomando, si ricordi del radicchio!” “Lei m’ha guardato incredula, ha dato uno sguardo speranzoso al marito ed ha detto “va bene…” piano. Alla fine dei giri di mia moglie, siamo finalmente arrivati alle casse. Mi sono avvicinato a quella numero 10. Erano l’ha che m’aspettavano con il carrello pieno a metà” “Signora, poteva riempirlo di più…” “Non volevamo approfittare troppo, lei è stato così gentile…” Ho fatto la coda, ed ho pagato loro il conto: 86 euro: chissà quanto tempo era che non facevano una spesa così…” Mia moglie m’ha guardato e m’ha detto: sei proprio mezzo matto!” ma io sono andato a casa bel contento. Da ragazzo guadagnavo bene anche se ho fatto un periodo che ho patito anche la fame. So cosa significa. Una volta sono tornato ed ho trovati i ragazzi del mio condominio che parlavano delle giostre vicine… non potevano andarci perché mancavano i soldi. Allora ne ho caricati 15 in macchina ed ho fatto fare loro più di un giro. Alla fine erano felicissimi! ”Sapete”, ha poi proseguito, ve ne racconto un’altra: “Avevo un amico che stava bene, era ricco. Poi gli è morta la moglie ed il figlio e la nuora gli hanno detto: “Papà, adesso che sei rimasto solo, ti facciamo un appartamentino tutto per te in cantina” “va bene” ha detto lui. Poi, dopo un po’, gli hanno detto: “Sai, a … c’è un istituto per anziani che è una favola!” e lui “va bene” Poi m’ha chiamato: erano mesi che non li vedeva e m’ha detto: “Gliel’ho combinata grossa a quei due!” Senza aggiungere altro. Mesi dopo trovai il figlio in comune che faceva domanda per una casa popolare: non aveva più niente, nè lui né la sua grassa signora. Il padre l’aveva davvero combinata bella: aveva venduto tutto ed era andato in Sudamerica a spassarsela…”. Mah, chissà se è vero: dopotutto è solo una storia che parte da una fabbrica: tanti operai, tanti camion che entrano e che escono, tante persone che si muovono, chi formica, chi leone. Ma lui adesso lo chiamo Schumi…
Una domenica bestiale con imbianchini e burattini…





La dimostrazione di protesta di cui vi parlavamo settimana scorsa c’è stata. Domenica 18, in pieno centro, tra la curiosità dei passanti e di chi usciva da messa, gli esponenti di Uniti nel Centro Sinistra per Turate, a cominciare dai due consiglieri comunali Cosetta Garavaglia e Marco Tenconi, si sono vestiti da imbianchini, con tanto di cappello di carta e rullo, esponendo numerose foto di ciò che è avvenuto nella notte tra venerdì 9 e sabato 10 quando tutta Turate, compresa la casa della Garavaglia, è stata tappezzata di Alberto da Giussano e sui muri di diversi edifici sono comparsi cartelli abusivi riconducibili al gruppo consiliare Pdl-Lega Nord. Il fatto curioso è che, in contemporanea, si svolgeva, anche se sul sito comunale compare “nessun evento per questo periodo”, la manifestazione, senz’altro condivisibile da tutti, ripuliamo il verde organizzata proprio dalla Lega. “In quel momento c’è però parsa una presa in giro…” ci ha detto la Garavaglia, che ha anche aggiunto: “ma di contraddizioni la vita politica turatese è piena. Il consiglio comunale di venerdì 16 per esempio è iniziato molto bene con dichiarazioni di apertura e di dialogo subito rimangiate però dai fatti. Le mozioni presentate dal’opposizione tutta affinché rappresentanti di ogni gruppo consiliare facessero parte di tutti i Cda di enti e società controllati dal Comune senza che vi partecipi invece il segretario comunale, per evidenti conflitti di interessi, sono state subito bocciate senza spiegazioni. Andrea Fiorella, il segretario comunale, continuerà quindi ad essere anche l’amministratore della farmacia per esempio, farmacia che ha uno strano statuto per cui è stato possibile, con gli utili dell’esercizio, costruire la caserma, tra parentesi interamente a carico di Turate anche se servirà anche Rovello e Rovellasca. Se uno di noi fosse stato in quel consiglio d’amministrazione avrebbe chiesto che quei soldi venissero messi a disposizione di attività socialmente utili. La stessa cosa sarebbe successa se fosse stata approvata la mozione che prevedeva una diminuzione degli emolumenti a sindaco ed assessori. Ma così non sarà… Mi sembra che il messaggio sia forte e chiaro: noi siamo i padroni e facciamo quello che vogliamo, abbiamo i numeri per farlo”. “Già, anche se c’è stato chi mi ha detto di vergognarsi di aver votato per il Carroccio...” ha concluso il Tenconi.